L’Unione Europea ha istituito dei fondi strutturali per il finanziamento di progetti volti soprattutto a eliminare le forti disparità economiche tra varie regioni del continente, a sostegno quindi specialmente delle aree maggiormente svantaggiate. I principali di questi fondi sono il Fesr (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) e il Fse (Fondo Sociale Europeo), e insieme agli altri incidono sull’intero bilancio dell’Ue per più di un terzo. La programmazione per l’erogazione di questi fondi ai vari progetti viene effettuata su base pluriennale e al momento siamo nella seconda programmazione relativa al periodo 2007-2013, mentre il ciclo precedente interessava il periodo 2000-2006.
Per accedere alla ripartizione dei fondi le singole regioni e i singoli paesi devono redigere appositi Programmi Operativi che possono essere nazionali (Pon), interregionali (Poin) o regionali (Por). Va inoltre tenuto presente che il Fesr partecipa al contributo con una quota che varia dalla metà del totale a meno del 40%, e se la quota è la stessa anche per gli altri fondi ne consegue che dei contributi erogati dal fondo (che comunque grava indirettamente anche sulla fiscalità generale, perché anche l’Italia vi contribuisce in quanto paese membro) più della metà compete allo Stato o alla Regione.
Per quanto riguarda i Por, a p. 79 del suo libro La Questua Curzio Maltese scrive in proposito: «Non solo l’Italia è in fondo alla classifica nello sfruttamento dei fondi comunitari, ma per giunta li spende in larga misura per restaurare beni ecclesiastici. Una regione come la Sicilia destina fino all’80-90 per cento dei fondi a chiese e proprietà di enti religiosi».
In realtà, fermo restando il fatto che il restauro dei beni ecclesiastici è effettivamente oggetto di finanziamento, le proporzioni sembrano essere diverse. Siamo andati in cerca di documenti che attestino gli importi effettivamente erogati e, per quanto riguarda la programmazione 2000-2006, abbiamo trovato dei dati sul sito del Dipartimento dei Beni Culturali della Regione Sicilia. Va premesso che sono diversi i dipartimenti coinvolti nell’attuazione del programma operativo, e il dipartimento osservato ha la responsabilità sulle misure e sottomisure 2.01, 2.02, 2.03, 5.01c e 6.06c. Inoltre, non in tutte queste misure sono presenti finanziamenti ad enti ecclesiastici, o comunque per progetti di interesse religioso, per via della natura stessa degli interventi previsti dalla misura; infatti finanziamenti di questo tipo sono riscontrabili solo nelle misure 2.01 e 2.03 per un ammontare di oltre 125 milioni di euro, costituenti poco meno del 20% del totale delle misure prese in considerazione.
Proiettando i dati della Sicilia sul totale nazionale e sul totale delle regioni che accedono ai fondi, e dividendo la somma ottenuta per sette (gli anni di durata del programma), si ottiene una stima di circa 107 milioni all’anno. Per quanto riguarda invece la programmazione 2007-2013, attualmente in corso, risulta di gran lunga più semplice reperire informazioni in quanto la stessa Unione Europea, con il regolamento CE n.1828/2006, ha obbligato le varie Autorità di Gestione a pubblicare sul proprio sito istituzionale l’elenco di tutti i beneficiari. Inoltre, la documentazione aggiornata, compresi gli elenchi dei beneficiari, può essere ottenuta a partire dal sito del Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri. In tutti i casi è possibile scaricare documenti in vari formati, unica eccezione è il Ministero dell’istruzione che invece pubblica una maschera di ricerca che rende lunga e farraginosa la ricostruzione dell’elenco completo.
Dalle ricerche effettuate sugli elenchi delle regioni risulta che il totale dei contributi elargiti per progetti a carattere religioso ammonta a quasi 50 milioni di euro. Poiché le regioni meridionali ricadono in obiettivi da cui sono escluse quelle settentrionali, ne consegue che la maggior parte di questo genere di interventi interessano il sud. La parte del leone la fa la regione Puglia che con in suoi 16 milioni di euro copre un terzo del totale dei finanziamenti. La Regione Abruzzo è arrivata a stanziare 3,6 milioni di euro a una sola nuova chiesa. La Regione Sicilia sta invece utilizzando tali fondi per la creazione di un museo dei valori cristiani a Lipari, e ha destinato fino a settanta milioni per sagre e presepi. La Regione Sardegna, nel 2016, ha stipulato con la conferenza episcopale dell’isola un protocollo d’intesa per l’erogazione di 54 milioni di euro da fondi europei: 34 i milioni destinati agli edifici religiosi.
Nel 2016 c’è stato un ulteriore cedimento dello Stato: nel maxi emendamento per la legge di bilancio 2017 è stata inserita anche una disposizione che consente alle scuole private di accedere direttamente ai fondi strutturali europei per i PON (Programmi operativi nazionali).